La mia vita segreta - Verona Trasgressiva

La mia vita segreta - Verona Trasgressiva

Mini Episodio 1
Sul pullman
Ero appena uscita dal parrucchiere, era da poco mezzogiorno, faceva freddo e la giornata era molto nuvolosa, ero vestita sportiva con dei leggings neri, scarpe da ginnastica alte sulle caviglie, una felpa bianca con zip al centro, e il mio giubbino bianco modello bomber, salii a bordo della mia macchina per andare a comprare qualcosa al supermercato e poi tornare a casa, entrata nel supermercato iniziai a girare tra i scaffali, e sentii squillare il mio telefonino, risposi era il referente dell'agenzia.
"Buongiorno Sara come stai? tu e le altre ragazze siete state fantastiche l'altra sera, sei pronta per la tua prima missione erotica?" mi chiese.
"Ciao sto bene grazie, è stata una bella esperienza l'evento privato, cosa dovrei fare per la missione erotica?" domandai.
"Sai che non do informazioni, e che le missioni erotiche sono a sorpresa, se accetti devi andare alla Stazione Termini e prendere il pullman per Tivoli quello che parte alle 15 e 09 indossa autoreggenti nere, una minigonna con stivali e sopra una camicia" ribadì.
"Ogni volta mi metti l'ansia, d'accordo accetto." risposi.
"Stai tranquilla è tutto sotto controllo, buona fortuna." disse chiudendo la chiamata.
—Che odio!— pensai.
Ripresi a fare la spesa, andai in cassa, pagai e uscii, salii in macchina e tornai a casa, mi preparai il pranzo e poi andai in camera mia, mi spogliai nuda andai a fare una doccia calda, senza bagnare la testa, visto che al parrucchiere avevo lasciato 70 euro, finito tornai in camera, gettai l'asciugamano sul letto e infilai le braccia dentro una camicetta grigio scuro, indossai una mutandina nera semi trasparente, misi i collant autoreggenti, una minigonna nera in pelle, e infilai i piedi dentro i stivali neri con plateau e tacco largo, chissà cosa avrei dovuto fare e chi incontrare pensai, era stressante non sapere, ma nello stesso tempo eccitante, spruzzai un po' di profumo, misi il cappotto nero lungo tre-quarti, presi la borsetta e uscii di casa.
Camminai per quindici minuti fino alla fermata metro più vicina, dopo cinque minuti ero all'interno del vagone, ero in piedi reggendomi al palo centrale vicino le uscite, le persone sedute mi davano occhiate con interesse, ma si sa gli occhi sono fatti per guardare, arrivata a Termini, uscii dal vagone, salii le scale dirigendomi alla fermata dei pullman, cercai il bus per Tivoli, feci il biglietto e salii a bordo, con me salirono pochissime persone, presi posto dal lato finestrino su un sedile centrale, mancavano dieci minuti alla partenza, salì un tipo che camminava lentamente nel corridoio centrale, guardando in giro, era di media statura sui trent'anni, con capelli corti e occhiali da vista, aveva un viso simpatico, si avvicinò al mio sedile e mi chiese il permesso per sedersi, gli feci un sorriso facendogli capire che poteva sedersi, mi guardavo attorno aspettando cosa sarebbe successo visto che dovevo compiere questa missione, per un attimo pensai che era solo una presa in giro da parte del referente dell'agenzia.
Il tipo vicino a me mi guardava, con voce gentile mi disse "sei una studentessa?" gli risposi di no, gli dissi che stavo andando a fare una passeggiata a Tivoli, il tipo aveva il cellulare in mano, si presentò come Francesco e disse di essere un agente di casting in cerca di nuove modelle, mi chiese se ero disposta ad un'intervista, in quanto mi trovava interessante come modella, ero indecisa se pensare che fosse un maniaco o era lì per la missione, in modo un po' diffidente accettai la sua offerta, cominciò a riprendermi con il cellulare, disse che mi avrebbe fatto delle domande, il tuo nome, età e di dove sei, gli risposi onestamente, ogni tanto abbassava il cellulare e inquadrava il mio corpo, poi mi chiese che titolo di studio avevo, se avevo frequentato corsi, e che sport avevo fatto, gli risposi di non aver frequentato corsi, di essere diplomata in alberghiero, e di aver fatto danza e nuoto.
Il pullman inizio a muoversi lentamente stavamo lasciando la Stazione Termini, c'era traffico, il tipo mi chiese se avevo mai fatto casting, gli risposi di no, mi domandò se avevo mai fatto qualcosa di trasgressivo, gli raccontai che una settimana prima avevo fatto sesso sul cofano di un automobile in un parcheggio, e che l'estate spesso prendevo il sole in topless, mi sorrise chiedendomi se ero disposta a mostrare qualcosa, mi misi a ridere ricordandogli che eravamo su un mezzo pubblico, lui mi disse "nemmeno con un incentivo?" Lo guardai in modo strano, chiedendomi se ero disposta a togliermi le mutandine, il mio viso diventò più serio, ero abbastanza titubante, dopo un po' di secondi allungai lentamente la mano e presi IL REGALO, lui disse "Alla fine non c'è niente di male, però se non vuoi non preoccuparti" mi alzai in piedi, tirai su la minigonna e mi sfilai le mutandine, mettendole nella tasca del cappotto, lui stava riprendendo tutto, mi guardava sorridendo, "sei un ottima modella." disse.
Subito dopo mi chiese di sedermi sul sedile centrale dell'ultima fila, chiedendomi se ero disposta a sedermi lì con le gambe aperte e lasciarmi guardare, stavo diventando molto pensierosa, ormai ero sicura che mi trovavo dentro la famosa missione erotica, mi alzai e presi posto sul sedile centrale dell'ultima fila davanti il corridoio, passando un tipo mi guardava, appena mi ero seduta con le gambe aperte, si girò a guardare era ad un sedile più avanti, probabilmente si accorse subito che avevo la mini gonna senza mutandine, il suo viso cambiò colore ed espressione, mi stavo vergognando come una ladra, cercavo di non guardarlo, presi il cellulare per distrarmi, mi sentivo a disagio, Francesco si era seduto vicino a me, al tipo davanti credo che gli sarebbe venuto un torcicollo della durata di un mese, penso che mi stesse masturbando con gli occhi, dopo una ventina di minuti due persone venivano verso di me, per prepararsi a scendere ad una fermata, l'uomo davanti si accorse anche lui che non avevo le mutandine, stavo rischiando lo stupro, pensai perché dovevo cacciarmi in queste assurde situazioni, il pullman si fermò e i due tipi scesero, uno di loro per guardarmi fino all'ultimo istante inciampò ed a momenti volava fuori dal pullman, scoppiai a ridere, il bus ripartì e i due tipi ancora guardavano, Francesco mi disse togli le autoreggenti, poi aggiunse puoi fermarti quando vuoi, avevo ancora gli occhi del tipo davanti incollati, mi spostai un po' verso il finestrino sinistro, mi tolsi uno stivale, l'autoreggente e feci lo stesso con l'altra gamba, e qualche istante dopo rinfilai i stivali, presi i collant autoreggenti e li infilai nella mia borsetta, e mi spostai di nuovo sul sedile centrale, il tipo non mollava era inchiodato a guardare ogni mia mossa, chiedendomi di sbottonare un po' la camicetta, mi aprii la camicetta quel tanto che bastava per mostrare la scollatura ed evidenziare il seno, il tipo davanti stava impazzendo, per fortuna il bus stava entrando nel parcheggio d'arrivo, appena scesi, Francesco mi salutò dicendomi missione compiuta, e si allontanò, io andai a prendere un caffè e comprai subito il biglietto di ritorno, questa esperienza mi aveva fatto stranire e volevo ritornare a Roma.

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